Itinerari delle Arti

Gli Itinerari delle Arti propongono di conoscere la storia basagliana attraverso le esperienze artistiche che hanno avuto luogo a partire dal processo di deistituzionalizzazione. Nascono dal lavoro di ricerca compiuto dal progetto “Palinsesti Basagliani: la Libertà come una delle Belle Arti” sviluppato da pantxo ramas in collaborazione con La Collina nel quadro di un progetto finanziato dalla Real Academia de España en Roma e si dirigono a un pubblico giovane (scuola secondaria e università).

1. Storie dell’Arte (I) – Le immagini della denuncia
Perché gli artisti sono venuti a Trieste? A cosa sono servite le immagini fotografiche per lottare contro l’esclusione dei matti dalla vita quotidiana della nostra società? Il laboratorio racconta il ruolo che hanno avuto due reportage fotografici nell’aprire il dibattito pubblico sui manicomi, prima in Italia, nel 1969 con il libro “Morire di Classe”, e poi in Grecia, nel 1989, quando Antonella Pizzamiglio denunciò la situazione degradante del manicomio di Leros. Il laboratorio vuole essere occasione per discutere con gli studenti di quanto le immagini possano oggi risvegliare la discussione e la critica e quanto invece proprio l’immagine abbia perso oggi valore di verità e senso, in una società satura di informazioni.

2. Storie dell’arte (II) – Arte e spazio pubblico
Questo itinerario permette di conoscere la storia dei murales di San Giovanni. Fuori dai muri chiusi dei reparti, i muri e le strade del parco diventarono presto luogo di espressione, per dare un nuovo senso al vecchio manicomio. A partire dai laboratori degli anni Settanta, il parco si popola di murales e graffiti che raccontano altre storie, mai vissute prima in quegli stessi luoghi: “la libertà è terapeutica”, “obbedire non è più una virtù”, “la verità è rivoluzionaria”. Il laboratorio si sviluppa con una passeggiata per raccontare le storie silenziose di questi muri, per la maggior parte perduti, e poi, attraverso la visione dei materiali di archivio, per discutere cos’è l’arte urbana, e quale il suo valore per ripensare gli spazi pubblici oggi, in dialogo con le iniziative culturali contemporanee nel parco (hip-hop, poetry slam, installazioni artistiche nel parco) e con le pratiche d’arte delle studentesse e degli studenti.